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Web-Marketing La maggior parte dei visitatori accedono dalle pagine interne e non dalla homepage

Secondo gli ultimi studi di usabilità di Jacob Nielsen (con Hoa Loranger in "Web usability 2.0", in Italia per i tipi di Apogeo), il campione di utenti è entrato per la prima volta su un sito da pagine interne nel 60% dei casi. L'home page, con il suo 40%, rimane il luogo privilegiato d'ingresso (soprattutto se si pensa alle centinaia di pagine interne spesso disponibili in un unico sito), ma sempre più spesso i navigatori arrivano ai contenuti da altre direzioni.

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Perché sempre più deep linking

La spiegazione è semplice. Da una parte la maggior esperienza d'uso consente di individuare meglio e più velocemente i contenuti di cui si ha effettivamente bisogno. Dall'altra, la sempre maggiore efficacia dei motori di ricerca consente di arrivare spesso alle pagine interne, dove si trova il contenuto cercato. Infine, lo sviluppo dei blog, soprattutto, ma anche di tutte le altre forme di pubblicazione condivisa, rende sempre più popolari i cosiddetti deep linking, cioè i collegamenti alle pagine interne specifiche invece che alle home generiche.

 

I problemi da affrontare

Tutto ciò rende sempre più necessario progettare un'architettura del sito e un'interfaccia delle pagine che sappiano catturare e mantenere gli utenti "atterrati" all'interno. La ricerca di un contenuto specifico, infatti, mette il navigatore nella condizione di arrivare su una pagina interna, trovare il contenuto che gli interessa e abbandonare il sito, senza proseguire la visita. Per rendere un sito performante, invece, bisogna mettere l'utente nella condizione di scegliere se su quel sito ci sono altre parti che possono essere di suo interesse oppure se tutto il contenuto che cercava è andato esaurito nella pagina d'atterraggio.

L'orientamento del navigatore

Il primo bisogno che si deve soddisfare è quello di un pieno orientamento del navigatore atterrato all'interno. Su ogni pagina, quindi, deve sempre esistere un link all'home page, deve sempre essere presente il nome (e il logo) dell'azienda o solo del sito, deve sempre esserci la possibilità di effettuare ricerche libere (naturalmente, se il sito ha una tale grandezza da giustificarle). Tutto ciò, però, potrebbe non bastare.

 

L'ordinamento visibile

La gerarchia e i livelli del sito devono sempre essere chiaramente indicati, in modo che l'utente possa risalire o scendere in funzione dei contenuti (che quindi devono essere ben specificati): le cosiddette briciole di pane sono un buon esempio di indicazione gerarchica, ma anche il menu delle diverse sezioni (con l'attivazione della sezione in cui ci si trova) risponde a questa esigenza. Se il sito ha un'organizzazione non gerarchica, invece, sono opportuni altri accorgimenti (che possono eventualmente combinarsi con i primi): il riferimento temporale, cioè la data di pubblicazione di un certo contenuto, i link ad altre risorse interne destinate allo stesso argomento. Si faccia attenzione, al contempo, a non intasare la pagina con troppi collegamenti, magari a sproposito: in questo caso si otterrebbe esattamente il risultato opposto a quello di mettere ordine e chiarezza.

 

Il contenuto come strumento

Un'altra annotazione proveniente da Jakob Nielsen merita di essere presa in considerazione al proposito. Il tempo trascorso su una pagina interna da un visitatore che vi arrivi direttamente, in media è quasi il doppio del tempo trascorso sulla home page. Questo significa che l'utente osserva più a lungo il contenuto. Abbiamo già esaminato ciò che riguarda il contorno, ma anche lo stesso contenuto diventa rilevante ai fini del proseguimento della navigazione sul sito. Infatti, l'utente comincerà sicuramente a leggere il testo e, più in generale, a osservare il contenuto: questo deve trasformarsi (senza incorrere nel solito errore di sovrabbondanza) a sua volta in uno strumento di navigazione. I link ad altre pagine del sito devono anche essere interne al testo. E naturalmente, si tratterà di altri deep linking.

 

Il recupero delle informazioni generali

Infine, l'ultimo problema di usabilità legato agli ingressi "profondi" riguarda le informazioni generali. Quasi sempre, nella progettazione esecutiva del sito, si parte dalla home per scendere all'interno. In questo modo si rischia - per il sacrosanto principio di non commettere ripetizioni - di inserire informazioni generali utili soltanto nella home, senza poi riprenderle: nel caso di un ingresso profondo, queste informazioni andrebbero perse. Per questo motivo si diceva che deve sempre esserci il nome e il logo del sito su ogni pagina. Allo stesso modo dovrebbe sempre trovarsi anche un claim, un sottotitolo esplicativo. E ancora tutte quelle informazioni - anche solo sotto forma di link - particolarmente utili ai navigatori, dalla policy della privacy alle offerte in corso (in caso di e-shop), dal profilo aziendale all'ambito in cui si opera. La scelta di queste informazioni dipende da caso a caso, ed è impossibile stabilirle a priori. Sono la sensibilità del costruttore e l'analisi dei percorsi dei navigatori sul sito a poter dettare i parametri corretti da riportare.

Fonte: Shinynews


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